RESPONSABILE SCIENTIFICO
Andrea Ranghino – Ancona
FACULTY
Andrea Angelini – Ancona
Elena Oliva – Ancona
Annalisa Pini – Ancona
Andrea Ranghino – Ancona
La Malattia Renale Cronica (MRC) rappresenta un problema sanitario di proporzioni maggiori sia in termini di elevata morbidità e mortalità che economici. Ad oggi, la prevalenza a livello mondiale supera gli 8 milioni di individui. Solo in Italia si stima che vi siano oltre 3,5 milioni di persone sopra i 35 anni affette da MRC. Dal punto di vista economico è importante ricordare che il trattamento dialitico in Italia effettuato in oltre 45000 pazienti in stadio terminale (ESKD) della MRC è pari a euro 30000-50000 per paziente/anno a seconda del tipo di dialisi (dialisi peritoneale, emodialisi). A ciò si associa una elevata mortalità che nel paziente in dialisi è superiore a quella di alcune neoplasie (colon, prostata, mammella).
Ad oggi abbiamo a disposizione farmaci che possono rallentare in modo significativo la progressione del danno renale. In particolare, agli inibitori del sistema renina-angiotensina (RAASi), ACE-inibitori e sartani, la cui efficacia in termini di protezione renale è nota ormai dalla metà degli anni Novanta, si sono aggiunti gli SGLT2-inibitori (SGLT2i) che da soli o in associazione ai RAASi possono migliorare end-points renali importanti come la proteinuria e l’incidenza di ESKD. Abbiamo la possibilità di evitare diete ferree senza verdura o frutta finalizzate a ridurre il rischio di iperpotassiemia secondaria a terapia con RAASi evitando in molti casi anche la necessità di sospensione degli stessi con l’impiego dei nuovi chelanti del potassio. Evidentemente, questo comporta un netto miglioramento della qualità di vita del paziente, una riduzione del rischio di malnutrizione e la possibilità di mantenere una nefroprotezione più a lungo. Prossimamente si aggiungeranno farmaci anti-aldosteronici di nuova generazione che potranno, insieme ai nuovi chelanti del potassio, ai RAASi e agli SGLT2i ridurre ulteriormente la progressione della MRC.
Sebbene ogni sforzo debba essere fatto per rallentare la progressione della MRC è oltre modo fondamentale
1) identificare il prima possibile i pazienti con MRC stadiandoli in accordo al filtrato glomerulare stimato con la formula CKD-EPI e in accordo al danno glomerulare attraverso la rilevazione della microalbuminuria, preferibilmente con il rapporto urinario albumina/creatinina (UACR);
2) identificare anche attraverso l’uso se necessario dell’indagine istologica con biopsia renale la causa della malattia renale. Identificare la causa della malattia renale rimane infatti prioritaria, data la possibilità di farmaci causali oggi molto efficaci. Non solo, identificare la causa della nefropatia può evitare nel paziente con ESKD il fallimento del trapianto renale per recidiva della nefropatia causale.
In questo scenario, il ruolo del Medico di Medicina Generale (MMG) diventa fondamentale, unitamente allo Specialista Nefrologo poiché in prima linea sul paziente. Quindi è auspicabile creare o potenziare una collaborazione stretta tra MMG e Nefrologo per addivenire ad una diagnosi precoce e puntuale sia per migliorare la gestione terapeutica del paziente.
08.30 – 09.00 |
Apertura della segreteria, arrivo e registrazione dei partecipanti |
09.00 – 09.15 |
Benvenuto ed obiettivi formativi del corso – A. Ranghino |
09.15 – 10.15 |
La malattia renale cronica dalla diagnosi alla cura. Proposte di interazione tra MMG e Specialista – A. Pini, A. Ranghino |
10.15 – 11.15 |
Tavola rotonda interattiva |
11.15 – 11.30 |
Coffee Break |
11.30 – 12.30 |
Tavola rotonda interattiva |
12.30 – 13.00 |
Discussione – All Faculty |
13.00 – 13.15 |
Take-home message – A. Ranghino |
13.15 – 13.30 |
Compilazione questionario ECM e chiusura del corso |